Nei primi anni dopo l’evasione ero insensibile, come se durante le battaglie della vita avessi subito un trauma da espolosione. Il mio cuore navigava in acque profonde e silenziose. Non c’era nulla che potesse davvero farmi soffrire e nulla che potesse davvero farmi gioire. Ero un duro, e credo che questa sia la cosa più triste che si possa dire di un uomo. Vi ricordate questo passaggio di Shantaram, romanzo autobiografico di Gregory David Roberts?
Questa fotocopia è riemersa dal materiale accumulato negli anni di volontariato nelle carceri. Lunedì si torna nella Casa Circondariale di Paicenza, mercoledì a Pavia. E guarda caso uno dei giovani detenuti partecipanti a questi nuovi gruppi ci ha già chiesto proprio Shantaram in prestito!