Disability pride month: luglio. Un tema che sentiamo vicino quello dell’abilismo, ma su cui abbiamo poca competenza. L’immagine che vedete è presa da Elena e Maria Chiara Paolini, che sanno invece di quel che si parla. Le trovate su Instagram e sul loro sito witty wheels. Usiamo questo mese come un’occasione in più per percepire i pregiudizi, nostri e altrui. Per documentarci, per farci una domanda in più.
Le parole che seguono le ho estrapolate dal loro Instagram, seguitele per capirne di più.
L’abilismo è la discriminazione verso le persone disabili, un concetto ancora troppo poco conosciuto. In inglese, lingua in cui se ne parla un po’ di più, si dice “ableism”. Così come razzismo, omobitransfobia e sessismo, discrimina sulla base di corpi, comportamenti o bisogni “diversi” da un presunto standard.
Così come altre discriminazioni, l’abilismo considera superiori e normali alcune persone rispetto ad altre.
L’abilismo ha effetti quotidiani e durissimi. L’abilismo è il motivo per cui le persone disabili ai colloqui di lavoro si vedono scartate come pesi indesiderati. È il motivo per cui a volte per le persone disabili è più facile rimanere a casa che uscire, perché l’accesso agli spazi è difficile, il trasporto pubblico le esclude e le ore di assistenza disponibili sono risicate.
L’abilismo sono gli sguardi compassionevoli, le supposizioni che implicano una svalutazione, l’idea che essere disabili renda la vita più brutta.
L’abilismo è considerare chi è disabile meno competente e credibile; è prendere decisioni sulle persone disabili ignorando la loro opinione.
L’abilismo è considerare le persone disabili “non così importanti”, e quindi non prendersi la briga dell’accessibilità.
È far sì che le persone disabili siano chiuse nelle strutture, perché in fondo li si considera subumani per cui è accettabile una vita di serie B.
L’abilismo è violenza e una delle cause di morte per le persone disabili.
L’abilismo è il motivo per cui molte persone disabili odiano se stesse, che a sua volta è il motivo per cui è così facile perpetuare l’oppressione.
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Grazie a tutte le persone che ci aiutano ogni giorno a crescere in questa società, prestando la giusta attenzione a noi stessi, agli altri, all’ambiente.